Il design delle parole


Prendendo spunto da una trasmissione televisiva basata sulle parole, ho pensato alle parole che mi piacciono e a quelle che non mi piacciono. Cominciamo con quelle che non mi piacciono: Sostenibilità, usata spessissimo oggigiorno, specialmente da industriali che hanno inquinato il mondo, i quali, con questa stessa parola, hanno messo a posto le cose.
Un’altra, spesso usata dai giornalisti, è “ai tempi del Corona virus”, che ti sembra di vivere in un film o in una fiction. Non mi piace anche la frequenza e l’abbondanza degli inglesismi, inaccessibili alle persone anziane.

La parola che, invece, mi piace è “usato”. L'ho disegnata su un foglio di carta per acquerello con una tecnica mia personale, anche per differenziarmi da tanti artisti eccezionali che, nel loro lavoro, hanno usato le parole (vedi Boetti, Balestrini e tanti altri). La parola “usato” la si può adoperare per indicare cose, persone. Ma noi, specialmente noi designers, abbiamo bisogno di “usato” per evitare di aggiungere ancora oggetti nel mondo. Pensiamo a quante sedie sono state realizzate e si continuano a realizzare, meglio recuperarne una Usata, sistemarla, facendo davvero qualcosa di sostenibile.