Come cambierà il modo di porci nello spazio e di organizzarlo, come cambieranno le distanze spaziali connesse all'interazione comunicativa interpersonale? Come cambierà l'analisi della gestualità? Quale sarà la percezione della “territorialità", del “sovraffollamento" e le conseguenze di questi due fattori sull'organismo? Le distanze “intime" e “personali" aumenteranno sino a coincidere con quelle “sociali" e “pubbliche"? Nel 1966 Edward T. Hall coniò il termine “prossemica" per definire i modi con cui gli esseri umani strutturano ed usano lo spazio. Rileggiamolo per capire quale prossemica ci attende dopo il COVID-19.