Non ho mai avuto, e non ho tutt’ora la percezione della mia identità personale. Vedo me stesso come il luogo in cui qualcosa accade, ma non c’è nessun “Io” né alcun “me”. Ognuno di noi è una sorta di crocicchio in cui le cose accadono. Il crocicchio è assolutamente passivo: qualcosa vi accade. Altre cose, egualmente importanti, accadono altrove. Non c’è scelta: è una questione di puro caso.
(Claude Lévi-Strauss)
Questo pensiero di Lévi-Strauss è l’esatta percezione che ho della mia presenza come essere vivente, oggi su questa Terra. Si, sono stato fortunato - e lo devo al caso - di occuparmi di architettura, di design e soprattutto di arte. Queste tre materie, contigue ma completamente diverse, mi hanno permesso di indagare fattivamente su senso della precarietà esistenziale. Cercare di dare “corpo” a questa senso di vacuità e poter osservare le cose e gli accadimenti con l’illusoria possibilità di modificarli è, per chi si occupa di questo, una bella opportunità. Ho sempre pensato che l’architettura non fosse altro che un contenitore solido conficcato nella terra; ma è pure lo spazio organizzato dentro quale si svolge la vita dell’uomo e nel quale le funzioni e l’ordinamento estetico sono progettati per mitigare il confronto con la natura. Il design è la definizione estetico-funzionale degli oggetti che accompagnano la quotidianità della vita delle persone. L’arte è la spiritualità necessaria e indispensabile per completare la percezione della propria identità tra noumeno e trascendenza. Nel 2020, la pandemia, ha introdotto fattivamente il senso di precarietà: ci siamo trovati dentro un cambiamento repentino e inaspettato che ci ha obbligati, in primis, a pensare di appartenere ad una comunità e a tutto ciò che comporta.
Via Aerea – Emilio Nanni ,2020
Metamateria, Emilio Nanni ,2020