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Il buono e il cattivo governo (del controllo).





“Il dispositivo panoptico predispone unità spaziali che permettono di vedere senza interruzione e di riconoscere immediatamente.” Sensori di presenza, telecamere a circuito chiuso, localizzatori gps, droni militari come un unico organismo complesso, un dispositivo politico che registra movimenti e azioni, monitora le scene di vita urbana e lo stato di salute degli uomini, arricchisce i server di database di nuove forme di fenomeni aggregativi e segnala occasioni di pericolo e anomalie comportamentali. “La sua funzione è di risolvere tutte le confusioni: quella della malattia, che si trasmette quando i corpi si mescolano; quella del male che si moltiplica quando la paura e la morte cancellano gli interdetti.”

In tempi di emergenze planetarie, le libertà civili sono minate e il normale equilibrio tra sicurezza della salute collettiva e tutela dei dati del singolo individuo, entrambi diritti riconosciuti fondamentali, si sposta nettamente verso la salvaguardia dell’intera umanità.

“La visibilità è una trappola. [...] La città appestata, tutta percorsa da gerarchie, sorveglianze, controlli, scritturazioni, la città, immobilizzata nel funzionamento di un potere estensivo che preme in modo distinto su tutti i corpi individuali, è l’utopia della città perfettamente governata.”  È un paesaggio continuo di transizioni e salti dal naturale all’artificiale, abitato da animali da laboratorio che diventano cavie per sperimentare i virus e testare farmaci di cui non conosciamo gli effetti, il luogo dove si perde la traccia dell’esistenza, il focolaio di una emergenza planetaria. La città che protegge l’entusiasmo del progresso è sotto assedio e la copertura del controllo è totale.

Fuori o dentro la città, un arcipelago di sfere del tempo ritrovato, senza scala e senza posizione, costituisce il luogo di redenzione civile, di lentezza, di protezione della fragilità dell’uomo, di un modello di abitare il mondo fatto di nuove relazioni con gli altri esseri viventi, senza nostalgia.

Una piattaforma intercambiabile per ripensare le infrastrutture per il trasporto e la comunicazione, per la sanità e l’educazione, per l’abitare e la produzione. La natura reclamizzata nel tentativo di ritrovare un equilibrio e una soluzione ai problemi ambientali, si pone come alternativa essenziale, modernità silenziosa, condizione post-umana, in cui si fa perdere la traccia dell’uomo.