Negli ultimi mesi tutti e 3 abbiamo viaggiato tanto. Da fine agosto del 2019 non ci siamo fermati un momento. Aerei, treni e pullman in continuazione, uno dopo l'altro. Nonostante ufficialmente abbiamo casa a Bruxelles, nessuno di noi 3 è tornato lì per trascorrere questi giorni di emergenza. L'attuale momento di crisi ci ha spinti a tornare nelle città in cui ci sono i nostri affetti, i nostri partner, i nostri cari, per poter stare con loro e trascorrere questo momento assieme. E' stata una scelta molto spontanea, la cui decisione ci ha fatto riflettere, e ci farà ancora riflettere su quali davvero siano le priorità nelle nostre vite.
Senza voler assolutamente minimizzare la situazione emergenziale che ci circonda e che sta interessando centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, l'esplosione del covid ci ha ridato del tempo. Del tempo per noi. Del tempo per le persone attorno a noi. Del tempo per i nostri interessi. E anche del tempo per non fare niente. Ogni tanto facciamo qualche piccola riunione su skype o zoom per piccoli aggiornamenti dei progetti in sospeso, ma. altrimenti, molto semplicemente, abbiamo tempo per noi. Oggi forse il bene più raro all'interno della nostra società.
Ovviamente possiamo scriverlo perchè non siamo in prima linea negli ospedali a fronteggiare l'emergenza come tutto il corpo medico che in questi giorni sta invece affrontando una corsa contro il tempo. E inoltre non siamo stati direttamente interessati dal problema. Nella crisi, possiamo forse ancora ritenerci fortunati. Tra qualche mese, almeno a livello economico, forse ne riparleremo.
Leggiamo in questi giorni sui social network, in quei pochi attimi di vita digitale che ci concediamo - sì, abbiamo avviato un percorso di digital detox - di persone esauste per la quarantena. Non sappiamo quanto durerà questa condizione, però forse dovremmo godere maggiormente di ciò che abbiamo oggi. Dovremmo forse fermarci.
Se c'è qualcosa infatti di utile che possiamo fare, è sicuramente fermarci a riflettere su come ripensare alcuni aspetti della nostra vita. Aspetti della sfera privata, lavorativa, sociale, politica, economica. Sia come corpi singoli, sia come corpo unico globale.O per usare le parole di Bauman, come cittadini globali, oggi però malamente abbandondati nella nostra solitudine.
Quanto si sta dimostrando fragile l'infrastruttura su cui sono basate le nostre vite?
Quanto le architetture delle nostre città si stanno dimostrando inadeguate?
Quanto i nostri sistemi economici e politici si stanno dimostrando inefficaci?
Leonardo Caffo pochi anni fa, nel suo libro Fragile Umanità, scriveva "l'umanità, oggi fragile come non mai, sta per entrare in una nuova e inaspettata era della sua evoluzione."
Per affrontare questa nuova era della nostra evoluzione, crediamo sia necessario un ripensamento a 360 gradi di quello che vuol dire oggi vivere.
E non solo a livello lavorativo.