La partecipazione all’architettura, la sua funzione in una prospettiva nuova e inattesa. Tra questi due punti si può tracciare la linea retta costituita dalla propaganda delle committenze, parallela a quella tesa tra professionisti e governo del territorio. Occupandomi di fotografia ho avuto la fortuna di frequentare approcci fortunatamente differenti: penso, ad esempio, all’ opera di Luigi Ghirri, a come ha lavorato sulla percezione dello spazio abitato fornendo ad abitanti/guardatori la visibilità di un rapporto privo di pregiudizi, e agli architetti una visione non gerarchica tra opera e vissuto, tra storia e contemporaneità. Più recente, anzi, in corso: il workshop di fotografia condotto all’ Università di Parma/CSAC, pensato sull’ analisi dello spazio pubblico ridefinito da movimenti nuovi come quello delle Sardine, che deve piegare di 180° e diventa una analisi del proprio spazio vissuto, del rapporto con l’esterno, del guardare e del rallentare la visione. Ne escono oltre 150 opere, una descrizione percettiva preziosa, qui una tra le molte.




Angelica Corsini, Camera Oscura abitata, 10 maggio 2020. Fotografia della propria abitazione con proiezione stenopeica dell’esterno.  Nell’ ambito del Workshop di fotografia (Prof. Casero, Cavatorta, Barbaro) Università di Parma/CSAC